Decreto Riaperture, le Regioni contro il Governo. Fedriga attacca
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Decreto Riaperture, Regioni contro il governo. Fedriga, “Grave cambiare in Cdm un accordo già siglato”

Mario Draghi

Regioni contro il governo sul decreto Riaperture, Fedriga attacca: “In Consiglio dei ministri è stato cambiato un accordo siglato tra istituzioni e questo è un precedente molto grave”.

L’approvazione del decreto Riaperture accende lo scontro tra le Regioni e il Governo, con i Presidenti che hanno espresso il proprio malumore per le modifiche al testo apportate nel corso del Consiglio dei Ministri.

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Palazzo Chigi
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Decreto Riaperture, le Regioni contro il governo

Il secondo decreto di Aprile doveva essere sulla carta un decreto in discesa per il governo, che ha potuto spendere qualche decisione buona dal punto di vista del consenso popolare dopo settimane e mesi di restrizioni. E invece nel governo Draghi si sono aperte le prime crepe.

Le Regioni avevano fatto al governo due richieste. Lo slittamento del coprifuoco alle ore 23.00 e di non fare distinzioni tra locali all’aperto e locali al chiuso. Il governo le ha respinte entrambe confermando la strategia anticipata in conferenza stampa dal Presidente del Consiglio Mario Draghi e il ministro della Salute Roberto Speranza. Un altro problema è quello della scuola: “Sulla scuola c’è un problema politico e istituzionale importante. In Consiglio dei ministri è stato cambiato un accordo siglato tra istituzioni e questo è un precedente molto grave, non credo sia mai successo“, ha dichiarato Fedriga ai microfoni di Radio Kiss Kiss. “Se si cambia idea si convocano le parti con le quali si erano trovati gli accordi e si rimodulano. Io oggi ho convocato una Conferenza delle Regioni straordinaria e sono in contatto con Anci e Upi“.

Mario Draghi
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Frizioni nella maggioranza

Il coprifuoco invece è il tema che ha portato alla prima frattura visibile nell’esecutivo. Di fronte alla scelta di confermare lo stato attuale delle cose, quindi il divieto di circolazione dalle 22.00 fino alle 5.00 del mattino seguente, la Lega di Matteo Salvini ha deciso di astenersi. Non ha votato il decreto. Una scelta che dal punto di vista pratico non ha avuto conseguenze, ma dal punto di vista simbolico sì. Il governo vive la prima spaccatura ufficiale e il Premier Mario Draghi non avrebbe apprezzato il comportamento degli esponenti leghisti. Per il Presidente del Consiglio si tratta delle prime difficoltà prettamente politiche. Una nuova sfida e di certo non semplice. A lui spetta infatti il compito di ricompattare l’esecutivo in vista di altri appuntamenti di importanza vitale per il futuro del Paese. Messa a punto la campagna di vaccinazione e programmate le riprese, il governo dovrà confrontarsi infatti sulla ripresa economica.

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ultimo aggiornamento: 22 Aprile 2021 12:10

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